Rischio vs Volatilità. Sono due cose diverse?
Nel mondo degli investimenti, i termini “rischio” e “volatilità” sono spesso usati in modo intercambiabile, ma rappresentano concetti molto diversi e misurano fattori diversi. Saperli distinguere ci aiuta a fare scelte più consapevoli quando decidiamo di investire e quando valutiamo l’andamento degli investimenti che scegliamo.
Con riferimento ad un investimento azionario, Warren Buffett li distingue così:
- il rischio misura la probabilità di perdita del capitale investito sul medio – lungo periodo
- la volatilità misura le variazioni di prezzo nel breve periodo
Ok, ma di là dalle definizioni, rischio e volatilità sono collegati?
In un certo senso sì, ma bisogna fare un po’ di chiarezza.
Rischio – Valutiamo i fondamentali
Quando investiamo ci assumiamo sempre il rischio di perdere in tutto o in parte il nostro capitale. Se prendiamo ad esempio i fondi comuni di tipo azionario, troviamo il rischio a diversi livelli:
- intrinseco all’investimento, che può riguardare valutazioni non corrette di stime e decisioni sulla strategia di investimento
- relativo alla gestione delle aziende che emettono le azioni incluse nel fondo (determinata dalle scelte che fanno manager e imprenditori)
- di mercato, che può essere influenzato da fattori esterni improvvisi e imprevedibili (tensioni geopolitiche come guerre o situazioni di emergenza come pandemie)
Questi livelli di rischio hanno impatti e probabilità diversi. Parlando del rischio legato alla gestione delle aziende, Buffet suggerisce di valutare sempre la qualità dei loro fondamentali. Aziende con vantaggi competitivi in settori consolidati e primari delle nostre economie, come nel digitale (pensiamo alle grandi multinazionali del software) o nel settore farmaceutico (case che possiedono brevetti di farmaci di largo consumo) hanno probabilità più elevate di mantenere e accrescere il proprio valore nel tempo, a maggior ragione se godono di una buona reputazione e sono gestite da management capace.
Volatilità – Il battito dei mercati
La volatilità è come il battito cardiaco del mercato azionario, una misura di quanto rapidamente e frequentemente il prezzo di un’azione sale o scende. Se un’azione ha un prezzo che sale e scende di grandi margini in un breve lasso di tempo, si dice che è altamente volatile. Questo non significa necessariamente che l’investimento sia rischioso nel lungo termine; potrebbe semplicemente riflettere la reattività momentanea del mercato a notizie, eventi esterni o cambiamento nelle aspettative degli investitori. Un aumento della volatilità può essere anche un’importante occasione per acquistare azioni a prezzi più convenienti, perché sottostimate rispetto alla qualità dei fondamentali che le caratterizza.
Relazione rischio – volatilità
Partiamo da un esempio. Nel luglio – agosto 2022 la quotazione del prezzo del gas ha toccato un picco mai raggiunto negli ultimi 10 anni. Proprio in quel periodo le azioni di una grande Corporate Italiana dell’energia hanno perso circa 1/3 del loro valore rispetto solo a 5 mesi prima. Un anno dopo, le quotazioni del gas sono tornate ad un valore molto vicino alla media degli ultimi 10 anni, mentre il valore delle azioni della Corporate avevano completamente recuperato il gap dell’anno prima e si apprestavano a crescere ulteriormente. L’aumento dei prezzi sul mercato delle materie prime aveva, cioè, comportato un aumento delle aspettative di inflazione. Le autorità monetarie erano quindi intervenute rialzando i tassi di interesse, per contrastare l’aumento dei prezzi. La situazione aveva pesato sull’intero mercato e, in particolare, sul comparto Utility, le cui aziende devono ricorrere a un indebitamento significativo per sostenere i propri investimenti nel settore e si trovavano a dover fronteggiare tassi di interesse più alti. Inoltre, l’incremento dei prezzi energetici aveva originato negli investitori timori sulla capacità dell’azienda di generare utili nel tempo: il maggior prezzo avrebbe comportato più costi di acquisto, lavorazione e stoccaggio del gas, che non potevano essere ribaltati completamente sui consumatori, pena la perdita di competitività sul mercato. In realtà strategie di differenziazione delle fonti energetiche, insieme al ritorno delle quotazioni del gas a valori più in linea con la media degli anni, avrebbero poi permesso all’azienda di mantenere profitti in linea con i risultati attesi.
Se valutiamo l’andamento dei principali mercati azionari negli ultimi anni notiamo, nel complesso, come si siano registrati incrementi nel medio e lungo periodo soprattutto dopo fasi di forte volatilità innescata da eventi straordinari e imponderabili: con riferimento all’indice statunitense S&P500 la performance positiva dai minimi di fine marzo 2020 causati dallo scoppio della pandemia si attesta attorno al 116% (+130% se si considera il reinvestimento dei dividendi), del 150% per il Nasdaq (159%), dell’88% per l’Euro Stoxx (+116%) e di circa il 125% per l’indice domestico FTSE MIB (+168%). (Fonte Bloomberg).
Quindi
Conoscere e tenere a mente la differenza tra rischio e volatilità aiuta a prendere decisioni di investimento efficienti e costruire un portafoglio in grado di massimizzarne il rendimento, concentrandosi sulla qualità e la solidità delle attività economiche cui gli strumenti finanziari si riferiscono. Sul medio e lungo periodo, è la valutazione del loro valore intrinseco ad avere un peso maggiore nella probabilità di ottenere i rendimenti: una consapevolezza che ci aiuta a sopportare eventuali momenti di mercato caratterizzati da un aumento della volatilità.